L’ansia per uno stadio nell’ansa di un fiume: il caso di Tor di valle a Roma.
La pericolosità idrogeologica deve rientrare tra le scelte strategiche di un Paese fragile


Le decisioni prese nei giorni scorsi e quelle che verranno prese nei prossimi giorni relative al progetto di nuove infrastrutture sportive e commerciali a servizio della città di Roma ci hanno portato a manifestare e condividere pubblicamente alcune riflessioni. Vogliamo precisare che se ci fosse un referendum a supporto della decisione se una Società sportiva debba avere un proprio stadio, noi voteremmo SI; ma nello stesso tempo non si ritiene corretta la procedura di sottoporre al giudizio dei cittadini e al loro coinvolgimento emotivo alcune scelte relative all’ubicazione dei infrastrutture importanti. Scelte che si devono basare su principi urbanistici, paesaggistici, di mobilità sostenibile e sulla assoluta assenza di pericolosità idrogeologica. E’ sulla pericolosità idrogeologica che la Sigea (Società italiana di geologia ambientale) vuole porre l’attenzione.

L’area individuata dalla Associazione Sportiva Roma Spa per la realizzazione di importanti infrastrutture sportive e commerciali si trova all’interno di un meandro del Fiume Tevere a sud della città di Roma. In questo tratto il Tevere, confinato in argini in terra, è privo di ponti e si accede all’area dalla Via del Mare, a sud dell’area (Fig. 1).
Dal punto di vista geologico sono presenti depositi alluvionali del Tevere spessi fino a 55 metri: si tratta prevalentemente di limi e argille; sono presenti anche depositi di origine biologica, come torbe, tutti terreni soggetti a notevole deformazione ed elevata compressibilità.
L’area d’interesse, poco urbanizzata, presenta alcune criticità idrogeologiche che cercheremo di sintetizzare.
Ci troviamo all’interno di un meandro attivo del Tevere soggetto a evoluzione geomorfologica dovuta alla naturale dinamica fluviale, che porta il sistema fiume, in risposta a fattori naturali e antropici, a scegliersi l’alveo che meglio permette il trasporto dell’acqua e dei sedimenti. Meno di un chilometro più a valle dell’area d’interesse fu realizzato il taglio artificiale di meandro di “Spinaceto”. Anche il meandro di Tor di Valle non è altro che un elemento della “macchina fiume”, destinato a cambiare in funzione dei vari parametri idrogeomorfici (Fig. 2). Si tratta di valutare quando avverrà il cambiamento di percorso del fiume, tenendo presente i cambiamenti climatici in atto che tendono a far sì che la velocità del cambiamento è aumentata rispetto alle previsioni di alcuni decenni orsono. => download intero articolo

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