Vico Equense (Na), 23 febbraio 2013 - Ore 10:00
Sala Convegni Santissima Trinità e Paradiso
Info
L’entità della perdita di habitat marini costieri è allar-mante. Ad oggi, meno del 15% degli habitat costieri europei può essere considerato in buone condizioni, e la situazione è ancora più drammatica per le coste italiane dove le attività dell’uomo si sono concentrate per migliaia di anni. Ignorare queste perdite può compromettere la salute e la sostenibilità dei pochi frammenti di habitat naturali che ancora sopravvivo-no, con gravissime ripercussioni anche per l’industria del turismo.
Un fattore negativo per la conservazione delle coste è il loro uso intensivo, che spesso è irrazionale; è la loro urbanizzazione, che non si cura di quei limiti e vinco-li che sono imposti dalle condizioni fisiche ed ecologi-che locali.
Si verifica che in terreni demaniali marittimi, con o senza autorizzazione, imprese turistiche o edili di-struggono o modificano gravemente nella loro strut-tura, composizione e densità i rimboschimenti costie-ri. Anche i boschi naturali, la macchia mediterranea e tutte quella formazioni arbustive ed erbacee pioniere delle sabbie e delle lagune vengono distrutte, e non sono rari gli esempi di distruzione delle dune sabbio-se per attuare insediamenti con finalità turistiche. Su queste coste spogliate dalle loro formazioni vegetali o indebolite a causa dell’asportazione di notevoli quan-tità di sabbie costituenti cordoni dunali sul lato mare, cioè private di quelle forze elastiche, resistenti con grande efficacia al vento ed all’acqua marina, l’erosio-ne eolica e quella marina si aggravano. Inoltre, gli in-quinamenti, di origine industriale e domestica, delle acque lagunari e marine contribuiscono a distruggere quei particolari microclimi ed ecosistemi (marini, la-gunari e litoranei) favorevoli alla vita degli organismi vegetali e animali ...