Fazzini: “Già 14 decessi per valanghe contro una media per stagione di 20 morti. Inoltre abbiamo già un numero più che doppio di travolti salvati. I nefasti e ripetuti eventi verificatisi durante le festività natalizie dapprima sul versante teramano del massiccio del Gran Sasso d’Italia, quindi sul Monte Terminillo poi nell’alta val Senales e gli ultimi sulle Dolomiti del Brenta e sul Ruitor derivano da una concomitanza di più fattori meteorologici e umani”.
Fiore (Presidente SIGEA): “A livello di pianificazione territoriale, occorre rapidamente completare e aggiornare la cartografica tematica basata sul calcolo quantitativo dei tracciati valanghivi. Consapevolezza, preparazione e autoprotezione. I frequentatori della montagna devono avere consapevolezza degli ambienti che frequentano e un’esperienza tale da valutare con attenzione i percorsi da seguire in ambiente innevato”.
“L’incidente da valanga uccide mediamente il 60-70% delle persone coinvolte nell'evento, mentre l’incidente d’auto causa il decesso solamente del 4% dei coinvolti.
Basta questa triste evidenza a far comprendere quanto le valanghe siano rischiose per chi frequenta l’ambiente montano innevato per vacanza o sport.
Dall’inizio della stagione invernale 2019-2020, gli incidenti da valanga si sono rivelati più numerosi della media e allo stato attuale purtroppo, si contano già 14 decessi – contro una media riferita all'intera stagione di circa 20 - e un numero più che doppio di travolti salvati anche se pluri - traumatizzati...