PRIME RIFLESSIONI SUL TERREMOTO DEL 24-8-2016 CHE HA COLPITO IL LAZIO, LE MARCHE E L’UMBRIA


La notte del 24 agosto 2016 una scossa sismica di magnitudo 6.0 (alle 3.36 la prima forte scossa), ubicata dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) tra i Comuni di Accumoli e Amatrice nel Lazio, ha provocato un ennesimo disastro che ha colpito indistintamente persone, luoghi e bellezze delle “Aree Interne” del nostro bellissimo Appennino centrale.

Accomunate dal macrosisma distruttivo tre Regioni: Lazio, Marche e Umbria proprio nell'area dove i tre confini si toccano, anche l'Abruzzo ha risentito dell’evento sismico.
I terremoti non conoscono confini politici e amministrativi: resistono solo le costruzioni meno vulnerabili, in qualche caso forse perché migliorate sismicamente o quelle costruite da poco con criteri antisismici come prescritti dalle norme in vigore.
Le immagini che scorrono sui media e i social media ci mostrano paesi devastati: Amatrice, Accumoli, Pescara del Tronto e Arquata nelle Marche. Molte infrastrutture sono state fortemente danneggiate come nel caso di Norcia, in Umbria, con interruzione della viabilità sulla statale nei pressi di Borgo Cerreto per crolli nella galleria paramassi. Un evento, come altri nel passato, che ha indistintamente interessato in maniera distruttiva la popolazione e le bellezze storico-culturali e ambientali, sconvolgendo il sistema socio-economico e cancellando parte della storia e del patrimonio culturale e ambientale di una porzione del nostro Belpaese.
La notizia più terribile è il numero alto delle vittime, già oltre duecentoquaranta al momento di questo comunicato, il numero sarà definitivo solo dopo diversi giorni dall’evento.
Come Società italiana di geologia ambientale (Sigea) il nostro primo pensiero è alle vittime, ai loro familiari e a tutti quelli che hanno perduto tutto, la loro casa, il lavoro, la sicurezza e la fiducia nel futuro, in un’ennesima tragedia provocata da quelli che sono ancora classificati come "Rischi geologici". Oggi tutta la nostra solidarietà va ai sopravvissuti che hanno davanti un periodo in cui dovranno mettere a dura prova la loro resilienza, sia per fronteggiare il primo soccorso che la sistemazione abitativa provvisoria; solidarietà e sostegno, non solo morale, soprattutto per i tempi e l'incertezza della possibilità di rientrare in quella casa che tutti pensiamo essere il luogo sicuro dove rifugiarsi, e che spesso nel nostro Paese diventa una trappola. => download intero articolo

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