(In collaborazione con l'Ordine dei Geologi del Lazio)
Venerdì 11 novembre 2021
Geologia, natura e paesaggio nella Divina commedia di Dante
Quest’anno si celebrano i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Il Sommo Poeta, nella sua immortale opera, la Divina Commedia, oltre ad avere dato spunto per l’origine della lingua elegante e musicale parlata, ci descrive nel suo poetico viaggio misterioso alcuni luoghi naturalistici e paesaggi, mettendo in evidenza lo stretto legame che c’è tra la vita dell’uomo e l’ambiente. Dante, aveva una vivace curiosità e grandi conoscenze, era un attento osservatore delle forme del territorio, e dei fenomeni e delle dinamiche con cui si evolve il nostro pianeta. Al centro dell’incontro odierno la geologia: in che modo la scienza sia cambiata in questi sette secoli da quando ci ha lasciati il padre della lingua italiana. Nell’Inferno Dantesco si trovano per esempio riferimenti a terremoti, idrogeologia, depositi di travertino, emissioni gassose, struttura delle montagne, modellamento del paesaggio con passaggi descritti con tale maestria, ricchezza e acume, da farci comprendere la grandezza infinita della sua opera. Saranno trattati alcuni passi della Divina Commedia dell'Inferno che richiamano aspetti legati all'osservazione di eventi naturali come frane, terremoti e richiami a specifici paesaggi, come le Apuane, la cascata dell'Acquacheta e l'orrido di Botri, come ambienti di suggestione e paesaggi oggi oggetto di tutela. Metterli a confronto, imparando sempre più a leggerli e interpretarli correttamente, è fondamentale non solo per i geologi, ma per ogni cittadino.
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